Matera Alberga - Arte Accogliente - Matera2019

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Matera Alberga - Arte accogliente è un progetto di arte pubblica partecipata e permanente che ha visto la realizzazione di sei opere in altrettanti hotel caratterizzati dalla struttura fisica del Vicinato, il cortile in cui la vita è andata avanti in vera e propria comunione per seimila anni. Cinque di questi hotel sono nei Sassi, uno è in periferia e insieme creano una mappa emotiva e culturale che ricuce la città reale, non quella da cartolina.

Basata sui valori di accoglienza, convivenza e incontro, identità materane e lucane per antonomasia che ho deciso di tradurre con la scelta degli hotel come luoghi di ospitatlità di opere e persone, l’idea è nata nel 2013 e, dopo 5 anni di confronto e di analisi, l’abbiamo realizzata nel 2019 per Matera Capitale europea della Cultura.

Ideato e curato dal sottoscritto con la partecipazione attiva di 9 albergatori materani (che poi sono diventati sei per mancanza di fondi), degli artisti e di centinaia di cittadini che nei Sassi avevano vissuto e che ci hanno raccontato storie straordnarie perché noi comprendessimo bene cosa realizzare e perché, Matera Alberga e le sue sei opere sono un patrimonio aggiunto alla storia millenaria della città. E lì resteranno per sempre.

Finanziato dalla Fondazione Matera Basilicata 2019, dal CAM (Consorzio Albergatori Matera), da Fondazione CARICAL e con il Patrocinio del Comune di Matera, le sei installazioni previste dal progetto erano nel programma ufficiale della capitale europea 2019 come un’operAzione concettuale e installativa permanente legata all’arte che genera architettura e rigenerazione umana e urbana, aggregazione, attrazione di turismo evoluto e punto focale di riflessione e best practice universale sulla trasformazione e la progettazione urbana.

La nostra vera volontà è di dimostrare che si può costruire e convivere a regola d’arte: i Sassi sono una gigantesca opera d’arte a forma di alveare in cui si vive in armonia da 6mila anni. Ed è come vivere in un’opera. Letteralmente. Roma,
Venezia, Firenze e tutte le altre si chiamano città d’arte per questo motivo, non perché ci siano statue e fontane; le hanno progettate e immaginate gli artisti, per quello attraggono, seducono e funzionano da millenni.

Il progetto ha coinvolto molti cittadini che nei Sassi avevano vissuto e, dopo dialoghi e confronti fatti anche con performance attive per indagare i desideri inconsci della popolazione, i sei artisti hanno realizzato altrettante opere site specific permanenti in sei hotel: Corte San Pietro con l’artista Alfredo Pirri, Dimore dell’Idris con l’artista Dario Carmentano, Locanda San Martino con l’artista Filippo Riniolo, Hotel del Campo con l’artista Giuseppe Stampone, Hotel Sextantio con l’artista Georgina Starr e Hotel Casa Diva con l’artista Salvatore Arancio.

Le opere permanenti hanno rigenerato i vicinati nei Sassi o i luoghi dove l’hotel è simbolo di architettura antropologica; gli abitanti che nel 1952 erano stati cacciati dalle loro abitazioni in tufo hanno finalmente visto e compreso il senso del loro sacrificio. Ogni artista ha deciso come tradurre i concetti da portare in emersione scegliendo linguaggi e modalità installative, ovviamente.

Le opere hanno arricchito e aggiornato il patrimonio artistico della città e degli abitanti e sono state concepite anche per favorire incontro e dialogo tra materani e viaggiatori: un evenienza altrimenti affidata al caso.

Siamo in attesa di nuovi sponsor per realizzare altre tre opere all’Antico Convicino, a Palazzo del Duca e al residence Tra i Sassi.

Il nome di questo progetto serve a ricordarci chi siamo, da dove veniamo e dove potremmo andare. Nel cuore di tutti alberga Matera, cioè un concetto universale di alveare ospitale, un’opera di Escher dalla sezione aurea che però può essere vissuta e abitata, uno stimolo immaginifico che prevede una riflessione profonda sulla relazione tra armonia e felicità, aggregazione, sviluppo, comunità.

Una volta progettate, le opere sono state realizzate fisicamente da artigiani locali e dagli artisti.

Perché convivenza: i Sassi hanno ospitato migliaia di famiglie in armonia e non c’è mai stata una guerra.
Perché accoglienza: i Sassi sono il grembo in cui viandanti (un tempo) e viaggiatori (oggi) si riparano, si ristorano e si rigenerano dopo aver errato e viaggiato.
Perché incontro: le opere che abbiamo costruito negli hotel sono il dispositivo di relazione tra materani e viaggiatori stessi, l’idea e l’opera attorno alle quali, fisicamente e metafisicamente, ci si raduna tra materani e non, il punto focale di ritorno allo scambio tra diversità, seme istitutivo di ogni evoluzione.

I Vicinati dei Rioni Sassi sono famosi per aver accolto, nei secoli, milioni di persone che hanno vissuto in simbiosi e comunione. Quelli che oggi chiameremmo cortili, in realtà avevano un elemento in più: ogni casa di questo alveare urbano si affacciava sul proprio Vicinato come alcune case costruite negli anni scorsi si affacciano sui cortili, ma nei Sassi la vicinanza tra le abitazioni, i corpi e le anime oltre che fisica era metafisica. Era un corpo solo, una sola anima.

Si pensava, viveva, lavorava insieme. Immaginarsi senza il proprio Vicinato era impossibile. Questo aveva anche un’enorme valenza educativa e protettiva sui bambini che crescevano come nel virtuoso modello tribale, con famiglie allargate, con decine di madri, padri e fratelli senza distinzione. Un modello che abbiamo voluto distruggere passando dalla comunità all’appartamento, appunto, che ci ha appartati, separati dai nostri simili, lasciandoci la scelta obbligata della famiglia unica.

Per questo abbiamo fatto riemergere questi valori
attraverso la formalizzazione di simili valenze intangibili negli hotel che più rappresentano e hanno rigenerato il concetto di Vicinato.

Scopriamo quindi che l’architettura è figlia di un ragionamento pittorico; nel caso dei Sassi la visione armoniosa dell’abitare, tipica di chi dipinge, anche se non necessariamente con il pennello, ha prodotto un luogo in cui vivere e convivere in armonia. Certo, a volte il Vicinato è una narrazione fantastica; anche nei Vicinati si litigava come in tutte le comunità, ma se li guardi bene, oggi, quei Sassi sono il grembo materno a cui tutti vogliamo tornare, il focolare collettivo che ci protegge dalla disgregazione sociale, dalla solitudine della moltitudine, dove recuperiamo la distanza tra le nostre profondità e il nostro stesso Io.

Senza questa armonia di anime e corpi semplicemente il mondo muore.

Francesco Cascino



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Colophon

Ideazione, coordinamento generale e cura: Francesco Cascino
Co-curatore dell’opera di Dario Carmentano: Christian Caliandro
Project Manager: Becky Riches e Marìca Montemurro (Fondazione Matera2019)
Comunicazione e Ufficio Stampa: Santa Nastro
Foto narrazione: Michelangelo Camardo
Video narrazione: Mario Raele e RVM
Progetto finanziato da:
Fondazione Matera-Basilicata 2019
CAM (Consorzio Alberghi Matera)
Fondazione Carical
Patrocinio del Comune di Matera


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Alfredo Pirri - IDRA (Esterno)

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Alfredo Pirri - IDRA (Interno)

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Dario Carmentano - LA FONTE DEL TEMPO

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Filippo Riniolo - RAPPORTI (Togliatti - Esterno)

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Filippo Riniolo - RAPPORTI (Pitagora - Interno)

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Giuseppe Stampone - Welcome to Matera (Double Face)

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Georgina Starr - The Eternal Ear (Performance)

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Georgina Starr - The Eternal Ear (Opera sonora)

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Salvatore Arancio - Motherless Child (Opera)

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Salvatore Arancio - Motherless Child (Performance)

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La prima conferenza stampa - Novembre 2018

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Serata inaugurale: 18 Gennaio 2019

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Art Walking nelle installazioni - Comprendere i Sassi per migliorare l’arte di costruire

Ne abbiamo fatta una al mese, open e gratuitaimage
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Una delle Locandine che riassume installazioni e hotel

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