Visioni

imageSopra: Installazione temporanea di Costas Varotsos a cura di Helene de Franchis, Dogana di Fiume, Verona, Ottobre 2021

Il pensiero pensa, l’immaginazione vede (Bruno Munari)

Con quale approccio lavoro lo hai già scoperto. Della mia esperienza ventennale hai già visto tutto nelle sezioni precedenti. Capiamo perché io creda così fortemente nell’approccio olistico e artistico alle soluzioni, e non mi concentri solo sul problema.

Quello che mi porto dentro in ogni cosa che faccio, il vero suono emotivo che si visualizza come un sogno rinascimentale, è rimettere le visioni e le pratiche dell’arte e degli artisti al centro e a monte delle relazioni e dei processi di sviluppo produttivo, sociale, economico, politico, agricolo, scolastico, ambientale e urbanistico, sia pubblico sia privato. Come accade da 40mila anni, dalle grotte di Lascaux al Rinascimento, dalla Grecia all’antica Roma, dalla Mesopotamia all’Ars Electronica Center di Linz dove scienziati, artisti di ogni disciplina, imprenditori, manager, professionisti politici e amministratori pubblici lavorano ogni giorno alla soluzione di ogni tipo di problema e poi ne affidano la divulgazione agli artisti visivi (gli stessi che hanno lavorato ai temi di cui sopra) che, abituati a mostrare per informare la coscienza profonda, da monte a valle raccontano i processi in modo indelebile, favorendo la partecipazione.

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imageNon esiste quindi distinzione tra arte, impresa, funzionalità, poesia, cultura. Tutti questi elementi hanno una matrice unica: l’intelligenza emotiva, la ricerca, il know how, il saper comprendere e fare. Elementi che nascono e si sviluppano dalla visione e dall’esperienza estetica. I nostri amici e partner delle Neuroscienze del Centro Ricerche del San Raffaele di Milano lo dicono chiaramente e Alberto Sanna, il Responsabile del Centro che lui ha voluto chiamare Ingegneria della Consapevolezza, ha formato e firmato il Manifesto Art Thinking.

Dal vivere d’arte all’arte di vivere, ho imparato dagli artisti la matrice comune e la natura unica di funzione e armonia, quello che appunto si chiama Art Thinking: la sezione aurea di processi e prodotti che non smette mai di rispondere adeguatamente a sogni e bisogni primari, atavici ed evolutivi dell’Uomo. D’altronde l’estetica è una filosofia visiva, entra nell’incoscio individuale e collettivo e lì rimane per sempre: per quello sarebbe meglio che l’arte fosse di qualità.

Quello che è bello funziona meglio, diceva Adriano Olivetti, un imprenditore che il mondo l’ha migliorato davvero, coniugando successo e valore. Basta guardare semplicemente le nostre città d’arte, dove tutto ancora funziona e dove, nei millenni, gli artisti e gli architetti insieme hanno costruito la memoria fisica e metafisica che abita nell’immaginario di tutti, nelle piazze, nelle vie, negli Acquedotti romani, nei Navigli di Leonardo Da Vinci, nel PC di Olivetti, nel Mac di Steve Jobs, nelle imprese memorabili, nel mondo come lo conosciamo oggi.

L’arte è l’unica pratica che, lungo tutta la storia, ha dato senso e valore alle attività sociali e al palinsesto urbano e ambientale.

Partendo dal dato neurobiologico secondo cui l’uomo ragiona per immagini, si scopre come l’arte, non solo quella osservata ma quella vissuta e realizzata in prima persona, generi visione, sguardo critico, senso di appartenenza, partecipazione, capitale sociale, qualità degli spazi urbani, attrazione di attività commerciali e creative. In una parola l’arte produce emozione che informa per sempre, non suggestione momentanea, e questo si può applicare a ogni processo, ogni contesto, ogni dinamica relazionale, industriale, sociale o istituzionale.

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Sopra: Bruno Munari, uno dei massimi artisti e designer della storia
imageOsservando con occhio laterale le città d’arte, immaginate e realizzate dagli artisti, e guardandole come se fossero l’impresa bella di Olivetti, ci rendiamo conto che siamo circondati da opere e manufatti che attivano nuovo senso e consentono di fruire di luoghi geniali dove estetica e funzione sono un unicum.

Tutto il mondo conosce e ama questa valenza italiana fondamentale e distintiva, la chiamano Made in Italy ma non è solo ed effimera bellezza, è soprattutto estetica, una seduzione intelligente e profonda legata alla spinta vitale dell’eros, un’attitudine immaginifica che diventa forma e dura per sempre: una identità preziosa e produttiva che viene appunto dall’Art Thinking ante litteram.


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#guardachelartetiriguarda

Sopra: il negozio Olivetti a Venezia disegnato da Carlo Scarpa
imageSopra: Nierika - by collettivo Boa Mistura (Guadalajara-Mexico)
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