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Rigenerazione e Distretti culturali

Rigenerare, riqualificare, trasformare, riutilizzare, riciclare: il trend del momento è tutto sintetizzato in questi verbi. Le usano tutti e in tutto il mondo, ma questo non vuol dire che non siano espressione di valore. Anzi.

Non abbiamo cambiato il nome al Colosseo solo perché è diventato una cartolina per turisti annoiati; si chiama così perché altrimenti non avrebbe la sua identità. Resilienza e rigenerazione sono termini che rappresentano concetti fondamentali.

Per me e per tutta la mia community la rigenerazione è un concetto strategico e fondante; da oltre quindici anni la chiamiamo rigenerazione umana invece che urbana perché, insieme agli abitanti, agli imprenditori, ai migliori artisti, gli architetti e gli altri professionisti del mio network, progettiamo trasformazioni ed evoluzioni territoriali o imprenditoriali (o entrambe) in modalità tailor made partendo dalle identità di persone e luoghi, quelle antiche e quelle che ancora non vediamo, dai desideri reali, dai sogni e dai bisogni, dalle capacità artigianali e professionali, dalle radici autentiche intese come unicum di visione, attitudine e conoscenze. Non dalle mura.
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Hub, Centri e Distretti culturali nel mondo evoluto

Insomma abitare, accogliere, incontrare, divertirsi, vivere e convivere è una questione antropologica e tutto deve partire dalla neurobiologia di cui siamo fatti: noi ragioniamo per immagini.

Ed è proprio l’immaginario che, chi si occupa di progettazione culturale, nutre con gli artisti migliori, facendo emergere capacità sopite attraverso l’arte e innestandole in vecchi e nuovi processi produttivi, agricoli, artigianali, ambientali, ludici, commerciali e oltre.
L’incontro tra arte e lavoro genera nuove economie e nuova felicità.

Questo avviene più facilmente nei Distretti culturali contemporanei.

Sotto, Cantieri culturali della Zisa a Palermo, Spazio Averna
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In questa sezione potete leggere di esempi mondiali di rigenerazione dove le aree dismesse o i quartieri degradati sono stati trasformati, sin dagli anni Duemila, in luoghi di incontro, divertimento e cultura; distretti multidisciplinari veri e propri dove persone, imprese, artisti di ogni genere, dalla danza al teatro, dall’arte alla musica, e poi scuole, politici e investitori si incontrano ogni giorno e tutti insieme si scambiano conoscenze e danno forma allo sviluppo economico territoriale attraverso le pratiche ibride dell’Art Thinking.

Leggete qui sotto e, quando potete, visitateli; sono aperti notte e giorno e succede di tutto. Sono in tutto il mondo, anche in Italia (troppo pochi, in verità).

I Distretti e i Centri culturali di nuova generazione sono esperienze indelebili. Io ci vado ogni volta che posso, anche in vacanza. Cultura è il participio presente di coltivare, non accademie e biblioteche annoianti ma dispositivi relazionali di stimolo, sviluppo dell’immaginazione e divARTImento intelligente.


Sotto: La Friche de la Belle de Mai, Marsiglia. Distretto culturale e incubatore di arte e impresa.
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Art district: cooltural and intelligent places

Di seguito, i web site di alcuni dei luoghi di rigenerazione da archeologia industriale, recupero dal degrado e trasformazione urbana che hanno dato vita a nuovi centri ibridi e distretti culturali che, a loro volta, generano innovazione sociale e imprenditoriale, crescita dei cittadini, incontro tra culture che non dialogavano, sviluppo territoriale, confronto tra generazioni e divertimento intelligente. Sono nate nuove e fiorenti economie, nuova impresa, turismo culturale e sono arrivati investitori da tutto il mondo. Bello no?

SALAD, San Lorenzo Art District, ROMA (Italia)

Ex Manifattura Tabacchi, FIRENZE (Italia)

OGR. Officine Grandi Riparazioni, TORINO (Italia)


Cantieri culturali della Zisa, PALERMO (Italia)

Ruhr Cultural Center, ESSEN (DE)

Spinnerei, LIPSIA (DE)

Bethanien, BERLIN (DE)

HKW, BERLIN (DE)

RadialSystem, BERLIN (DE)

Humboldt Centre, BERLIN (DE)

Centro e Isola dei Musei, BERLIN (DE)

Sammlung Boros, BERLIN (DE)

Platoon, BERLIN (DE) (Seoul - Mexico City)

Ars Electronica Center, LINZ (AU)


OO KulturQuartier, LINZ (AU)

MuseumsQuartier, WIEN (AU)

WUK, WIEN (AU)

Pragovka Art District, PRAGA (CZ)


La Friche de la Belle de Mai, MARSIGLIA (FR)


Manufaktura, LODSZ (PL)

Wester Gasfabriek, AMSTERDAM (NL)


High Line Art Park, NEW YORK CITY (USA)


Wynwood Art District, MIAMI (USA)


Le Centre, BOMEY-CALAVI (Bénin)


798 Art District, BEIJING (China)



Ruhr, ex acciaierie (Germania)image
imageLa ex fabbrica di cotone Spinnerei di Lipsia è oggi uno dei primi e più importanti distretti culturali multidisciplinari al mondo. Ci sono 300 artisti che lavorano in aziende come Amazon, Mercedes, Porsche e molte altre, inseriti nell’organico strategico, non nella comunicazione ma nei processi industriali ed economici. Ci sono cinema, ristoranti, studi d’artista, gallerie, negozi, ricerca. Questo luogo straordinario attrae ogni anno milioni di investitori, collezionisti, imprenditori e visitatori colti e attenti all’evoluzione che portano in città nuova linfa e miliardi di euro.
imageHigh Line New York
imageHigh Line New York City. Rigenerazione e trasformazione della sopraelevata in un parco di arte, aggregazione, passaggio e intrattenimento culturale aperto e gratuito con orti urbani e laboratori cittadini di sperimentazione e innovazione sociale
imageNorvegia, Statoil Fornebu
Milano - Biblioteca degli Alberiimage
imageIl vecchio porto fluviale di Amburgo trasformato nella sede di centinaia di imprese
imageMade in Cloister, Napoli
imageLipsia, la nuova università sorta su edifici un tempo industriali
imageCastelmezzano (PZ), intervento di illuminotecnica
imageWynwood Wall, Miami Downtown. Il più riuscito esperimento di lotta al degrado del mondo: da quartiere più pericoloso d’America a distretto culturale con 24 gallerie d’arte e 114 luoghi di design.
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