La città del tempo. Mostra di Alessandro Cidda allo Stadio di Domiziano (Roma 2014)

imageIl 15 Luglio del 2014 nel cuore di Roma abbiamo inaugurato una mostra davvero "epocale" in un luogo incantato: lo Stadio di Domiziano a Piazza Navona. Apriva quel giorno un ciclo di mostre e progetti che ha dato alla luce solo tre episodi espositivi, finché non è intervenuta a chiuderlo la Sovrintendenza romana con i suoi barocchismi, proibizionismo da anciene regime che solo la burocrazia ferma nel tempo è capace di mettere in campo quando rinuncia a dare nuova vita ai luoghi geniali del passato, lasciandoli appunto nell’oblio del passatismo turistico da cartolina.

Il progetto, ideato e curato da me, nasceva sull’indagine culturale affidata alla fotografia, mezzo contemporaneo di approfondimento visivo dei fenomeni del passato, del presente e del futuro che, dall’800, mette in relazione l’individuo, la società, le scienze e l’arte. La fotografia indaga i bisogni dell’uomo, i suoi desideri inespressi e inesprimibili per altre vie; in altre parole, è filosofia visiva. Ferma l’immagine che contiene l’indagine e consente all’osservatore, quindi, una riflessione lunga e profonda su quello che sta guardando, suggerendogli di vedere ben oltre quello che gli viene descritto.

La mostra era ospitata in uno spazio archeologico, mentale, espositivo e di studio, che, dopo anni di scavo e lavori di ripristino, ha riportato alla luce secoli di storia. Lo Stadio di Domiziano era l’unico stadio in muratura costruito dall’omonimo imperatore per dedicarlo agli sport non violenti. I resti dell’opera sono esattamente sotto Piazza Navona che ha poi ricalcato, poco più in alto, la pianta dello stadio. Lo Stadio tornava ad aggregare romani e viaggiatori intorno ai temi della cultura e dell’arte; partendo dalla visita ai favolosi resti dello Stadio, si passava per un percorso fotografico che accompagnava da un’epoca lontana fino al presente, in un unicum di emozioni di sensi e immagini di senso che raccoglievano, in un luogo magico e umano allo stesso tempo, la storia di una città e di tutte le città del mondo.

Una storia senza tempo in cui il tempo è protagonista della storia. La città del tempo. Con le fotografie di Alessandro Cidda.

Cidda è un fotografo romano cresciuto in una famiglia di artigiani legati alla manualità e al materiale in termini indissolubili. Nati tutti in una città palcoscenico, nel senso alto del termine, dove il cinema ha riprodotto la storia migliaia di volte e dove il più grande studio cinematografico del mondo, CineCittà, ha ospitato le più grandi produzioni, i più grandi attori, i più grandi artigiani. I quali, dietro le quinte, hanno realizzato scenografie da sogno, con le mani, con l’intelligenza, con la creatività e, a volte, con l’arte di ridare vita al mito, da sempre traccia simbolica dei significati reali e filosofici delle esperienze e delle relazioni umane.

D’altronde l’artigianato d’eccezione è la vera identità professionale e creativa di Roma, oltre all’arte, naturalmente.

L’autore ha scavato nel laboratorio di scultura Cinears della famiglia De Angelis (all’interno di CineCittà) e ha scovato statue e riproduzioni, calchi in gesso, pezzi di scenografia usati da Fellini, Scorsese, Pasolini, Zeffirelli e tutti gli altri grandi registi, per ridare dignità di arte e specchio del tempo a questi “oggetti” meravigliosi che hanno prodotto suggestioni e sogni ripercorrendo il tempo e i suoi segni. Le immagini del laboratorio Cinears e delle sue statue sono il frutto delle visioni di Cidda da bambino, quando sognava che lo schermo potesse svanire per lasciare posto alle gesta gloriose e agli amori impossibili che venivano trasmessi.

Proprio la trasmissione è il suo compito: quella mostra aveva l’intento di trasmettere a romani e viaggiatori alcuni messaggi senza tempo. Roma città eterna, l’uomo al centro del mondo, lo sport come valore di aggregazione, lo scavo archeologico come ripristino delle radici, la fotografia come dispositivo di lettura del tempo. Il proprio e quello del mondo. Davvero una mostra epocale, in ogni senso.

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L’autore ha scavato nel laboratorio di scultura Cinears della famiglia De Angelis (all’interno di CineCittà) e ha scovato statue e riproduzioni, calchi in gesso, pezzi di scenografia usati da Fellini, Scorsese, Pasolini, Zeffirelli e tutti gli altri grandi registi, per ridare dignità di arte e specchio del tempo a questi “oggetti” meravigliosi che hanno prodotto suggestioni e sogni ripercorrendo il tempo e i suoi segni. Le immagini del laboratorio Cinears e delle sue statue sono il frutto delle visioni di Cidda da bambino, quando sognava che lo schermo potesse svanire per lasciare posto alle gesta gloriose e agli amori impossibili che venivano trasmessi.

Di seguito puoi vedere alcune dele opere di Cidda in mostra, le foto scattate all’interno del laboratorio Cinears.

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