The Eternal Ear - Opera di Georgina Starr per Hotel Sextantio (Progetto Matera Alberga)

The eternal ear è l’opera sonora che Georgina Starr ha realizzato per Matera Alberga presso l’Hotel Sextantio nei Sassi di Matera. Una voce antichissima esce dalla roccia per 8 minuti, mentre sei seduto in una delle grotte del Sextantio con una pietra in mano e ascolti a occhi chiusi; è un viaggio nel tempo che l’artista inglese ha scritto per noi e che ti farà immaginare i millenni passati in questo luogo mistico e ancestrale, abitato da milioni di persone che ne hanno conservata intatta la sua potentissima autenticità. Scorrendo la pagina potrai vedere tutte le meravigliose immagini, i dettagli, la performance dell’inaugurazione, leggere il mio testo e ascoltare una parte del sonoro dell’opera. Uno speciale ringraziamento va ad Antonella Berruti e Francesca Pennone della Galleria Pinksummer di Genova, con cui Georgina lavora da anni, per il loro generoso e indispensabile supporto.

A questo link puoi vedere la perfomance della sera dell’Opening (Marzo 2019) e ascoltare una parte dell’opera sonora che si ascolta nella grotta dell’hotel

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La performance e l’Opening del 16 Marzo

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L’opera, il luogo, le persone

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Making of, prove e allestimento

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Il testo critico di Francesco Cascino

L’eterno gioco dell’ascolto, l’armonia torna per sempre.


Testo di Francesco Cascino


Testo per The Eternal Ear, opera di Georgina Starr installata nell’Hotel Sextantio – Le Grotte della Civita di Matera per il progetto Matera Alberga (Matera Capitale Europea della Cultura 2019).

Aperta dal 16 Marzo 2019 all’eternità.


L’opera sonora di Geogina Starr per Matera Alberga è dedicata all’ascolto e al viaggio nel tempo. È la sua cifra culturale e stilistica da sempre: riportare i partecipanti a viaggiare esplorando sensorialmente prima il luogo in cui sono, poi la loro mente e, infine, diventando essi stessi protagonisti di un viaggio reale, surreale o finzionale. Questa immedesimazione ci riporta alla realtà vera, quella del luogo stesso, del tempo che gli è passato sopra, delle mille e mille energie di mille e mille persone che ci hanno vissuto, amato, sognato. Questa empatia generata dall’artista ci riposta a noi stessi. La mente ragiona per immagini, suoni e olfatto, non per parole, eppure Georgina trova sempre le parole che riescono a diventare suono, una sorta di alchimia primordiale in cui torniamo a vivere di sensazioni e musicalità interiori invece che di parole razionali costruite dai vocabolari.

L’artista inglese ci regala la scoperta / riscoperta di un vocabolario tutto nostro che esiste ma non usiamo mai, quello del viaggio dentro noi stessi attraverso l’immaginazione di senso e di sensi, un percorso a cui lei dà la forma del luogo in cui siamo. In questo modo il mondo in cui sediamo adesso, al Sextantio, in una grotta millenaria dei Sassi mentre ascoltiamo il suo viaggio nel tempo narrato dalla stessa pietra, è identico al nostro mondo interiore, quello fisico e quello metafisico, e l’unica possibilità che ci è data di esplorarci è seguire il suono delle parole, la poesia che vi è contenuta e che ci riporta dentro di noi. Se apriamo gli occhi, se apriamo anche il Terzo occhio e torniamo bambini, quando potevamo vedere la realtà nascosta dalla mente solo ascoltando i suoni emotivi del mondo tutto da esplorare, immaginandolo, non vediamo la grotta ma noi stessi. E ci vediamo nell’unico modo che ci è dato per guardarci dentro, per quelli che siamo veramente, sintesi di biologia e armonia spirituale: l’arte.

L’opera nasce dalla volontà dell’artista di riportare i cittadini materani all’ascolto interiore della complessa vicenda dei Sassi e della Murgia, che un tempo e ancora oggi – a dispetto di come ce li raccontano - sono un unico territorio, come si può percepire benissimo affacciandosi dal Sextantio. Georgina quindi decide di creare un dispositivo di profonda partecipazione sensoriale che consenta di immaginare questa terra, queste grotte, e la sua capacità di accogliere migliaia di vite nei millenni e ancora per altri millenni, come una grande madre dove convivenza, accoglienza e incontro sono gli elementi fondanti della vita stessa, gli unici valori che salvano ciclicamente il mondo da chi lo consuma cinicamente.

“La voce femminile – dice Georgina - guiderà il visitatore indietro nel tempo: dapprima attraverso l’architettura rupestre ed eventualmente dentro la sua stessa mente per svelare, scoprire, riportare alla luce una memoria dal passato.”

Questa è la traccia che l’artista ci ha dato per cercare le interpreti della sua opera sonora. In realtà da queste poche parole si capisce la volontà profonda di compenetrazione sincera, autentica e responsabile che questa grandissima artista ha sentito con la città. Non è stato facile mettere a posto tutti i tasselli di quest’opera fisica e metafisica allo stesso tempo – esattamente come la nostra natura - e questo la dice lunga su quanto Georgina Starr volesse lasciare un segno indelebile di omaggio a chi ha costruito questa città, utile però alle nuove generazioni, e di quanto lei sia entrata in risonanza con Matera, i suoi millenni e, soprattutto, il suo presente di emozioni informanti e forme accoglienti, armoniche, in ascolto dei nostri desideri.

Matera, 16 Marzo 2019

Francesco Cascino

Curatore del progetto Matera Alberga

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