Dear Man be Woman. Mostra ed evento a Milano, 18 Aprile 2023

imageMartedì 18 Aprile ore 18.00
Studio Legale Grimaldi Alliance - Milano, Corso Europa 12
Dear Man be Woman
Mostra sul Femminino sacro
da un’idea di Gianvirgilio Cugini
Testi a cura di Giovanna Cugini e Francesco Cascino



Una mostra bellissima, una serata magnifica con oltre 400 ospiti che sono venuti a confrontarsi con noi su una rilettura femminina del mondo, delle abitudini, delle prassi e dell’educazione. Questo può aiutare a pensare un futuro diverso e migliore? Partendo dall’ancestrale tradizione del Femminino sacro, rintracciabile nella triplice identità di Grande Madre, Terra Madre e Mater Matuta e poi ancora negli studi e nelle opere di Leonardo Da Vinci, nel complesso, profondo e perduto humus dei miti dell’antichità, questa mostra indaga i frutti di quelle immagini presenti anche nella storia dell’arte moderna e contemporanea, compresa la ricerca fotografica e il lavoro di artiste e artisti che hanno affrontato la rilettura femminina della Storia e del proprio tempo. Oggi un trend inarrestabile.

In mostra alcune opere della collezione della famiglia Cugini, da sempre interessati al tema, per riflettere e dialogare tutti insieme. Un evento culturale e relazionale di alto valore etico ed estetico. Ma non cosmetico.

È durata solo tre giorni ma i suoi effetti durano per sempre nel nostro catalogo e nel Metaverso del nostro MetaMuseo, e possono cambiare lo sguardo e le relazioni tra uomini e donne.


image

Guarda le foto della mostra

image
image
image
image
image
image
image

Testo completo di Francesco Cascino per Dear Man be Woman

Arte, cultura: plurale femminile di Francesco Cascino

Una rilettura femminina del mondo, delle abitudini, delle prassi e dell’educazione può aiutare a pensare un futuro diverso e migliore? Io credo di sì. Partendo dall’ancestrale tradizione del Femminino sacro, rintracciabile nella triplice identità di Grande Madre, Terra Madre e Mater Matuta e poi ancora negli studi e nelle opere di Leonardo da Vinci, nel complesso, profondo e perduto humus dei miti dell’antichità, questa mostra indaga i frutti di quelle immagini presenti anche nella storia dell’arte moderna e contemporanea, compresa la ricerca fotografica e il lavoro di artiste e artisti che hanno affrontato la rilettura femminina della Storia e del proprio tempo.

Oggi un trend inarrestabile nel mercato, nelle Biennali, nelle mostre più importanti e nei musei; ma non è solo una moda, è invece una necessità. Perché dobbiamo ritrovare lo sguardo libero che nasce con la nostra biologia, quella natura neuronale che neghiamo ogni volta che scambiamo una donna per una preda, un oggetto, un corpo, senza vederne l’intelligenza, la sensibilità, l’anima.

Rispettiamo le nostre donne, la Madonna, le icone del sacro femminile ma usiamo il corpo delle donne, in genere, per le nostre fantasie sessuali, per la pubblicità che ne svilisce la natura reale e regale, per risolvere i nostri problemi di impotenza. Questa interdizione alla profondità penalizza soprattutto noi che ci perdiamo la parte migliore del mondo, e non vale solo per i pregiudizi sulle donne ma per tutto quello che ci fa restare in superficie e ci lascia in zone buie di comfort e finta felicità.

Per esempio noi maschi ci vergogniamo ad esprimere dolcezza, affettività fisica e attenzioni delicate ai nostri amici maschi, mentre tra donne non accade. Perché qualche troglodita che cavalca l’ignoranza sul tema ne fa battaglie etiche mentre sono battaglie morali, elettorali e di manipolazione dell’intelligenza, quando questa non viene nutrita, appunto, dall’arte e dalla cultura, che invece ci spiegano qual è la nostra vera natura. Ci sono ragazzi che si sono suicidati per questo motivo.

L’universo centrato ed egoriferito al maschile ha sempre tentato di ingabbiare il vero potere femminile, ingabbiando sé stesso e non riconoscendone la presenza nella propria natura, quindi l’enorme potenziale di intelligenza emotiva femminina che è insito anche nella natura degli uomini. L’analisi della produzione artistica contemporanea di_mostra quanto i luoghi comuni e le credenze prevalenti siano un pesante ostacolo alla costruzione di una coscienza della realtà reale, della natura accogliente e femminile del mondo, della necessità che gli uomini ritrovino il loro Femminino sacro, pena l’autodistruzione già in atto.

Persino i Femminielli napoletani prendono spunto dai miti greci ed esaltano la parte femminile dell’uomo attraverso costumi e travestimenti che servono, come nei Gay Pride o come nel teatro, a far emergere con potenza e prepotenza il valore del Femminino. Esasperare per esprimere meglio.

Ci sono stati millenni in cui la divinità era donna, la società era matriarcale e il potere del Femminino era quello assoluto, non solo per via della scontata facoltà procreatrice, ovviamente, e nemmeno soltanto per la prerogativa femminile di saper accogliere i problemi del mondo per poterne comprendere i semi e risolverli per sempre, come ha teorizzato magnificamente Filippo Riniolo in Rapporti, la sua opera pubblica e permanente realizzata per il progetto Matera Alberga nel 2019, curato dal sottoscritto.

Il Femminino sacro, che non ha una vera e propria spiegazione univoca perché, appunto, richiede intuito e intelligenza emotiva e non didascalie da turisti, ha a che vedere con un concetto di forza, da quella fisica a quella metafisica, che va dalla capacità di sopportare soglie di dolore molto più alte di quelle degli uomini a quella, vitale e fondamentale oggi e sempre, di saper intuire fenomeni complessi e invisibili senza dover per forza richiedere dimostrazioni. "Una donna lo sa", si suole dire.

Persino Maddalena oggi è rivalutata dallo stesso ente che ha preteso di sostituire l’immagine di un Dio femmina con quella di un uomo, dopo millenni di adorazione della Dea, della Grande Madre, della Terra Madre e della Mater Matuta di cui hanno parlato le nostre straordinarie curatrici Azzurra Immediato, Barbara Martusciello e Benedetta Donato, relatrici nell’ultimo WebinBar su Arte, Amore e Psiche che abbiamo tenuto il 7 maggio 2021 sui canali digitali della Cascino Progetti. Immagini e parole di profonda preziosità ed efficacia che ci hanno portato all’esplorazione di uno dei misteri più importanti del mondo.

Perché l’arte lo dice meglio e porta in emersione la sua natura femminile. Che è anche la nostra.

Francesco Cascino


Art Consultant _ Founder del Network Cascino Progetti


Roma, Febbraio 2023


Sotto: T.Tega, Grace, Oil on canvas, 2021 (Collezione Cugini, Lugano)

image
flagHome