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Il Museo delle Civiltà a Roma. Delle: plurale femminile inclusivo

imageRoma è una città piena di sorprese. Noi la esploriamo da 16 anni, prima con Arteprima, ora come network di professionisti; da sempre erranti alla ricerca di nuovi paradigmi di processo per imprese e urbanistica. La indaghiamo culturalmente camminando alla maniera del flaneur dalle periferie alle architetture moderniste, dall’arte contemporanea a quella antica, dai quartieri identitari ai luoghi più insoliti del mondo e ne vediamo davvero di tutti i colori meravigliandoci a ogni passo. Da oggi è più ricca, e non parliamo di opulenza, magnificenza o vacua bellezza: tutte cose che hanno generato solo degrado, ignoranza, disuguaglianza e soprusi, e non hanno NULLA a che vedere con L’ARTE.

Come avevo anticipato nell’articolo del 2 Giugno su Art a part of Cult(ure), il 26 Ottobre 2022 ha aperto il nuovo Museo delle Civiltà all’EUR. Un luogo evolutivo di scambio e di partecipazione, di ricerca e di scoperta, riscoperta e riemersione di valenze e valori che ci sono stati negati. A tutti noi.

La città è fatta dalle persone e quindi non è affatto eterna. Ha bisogno di distretti culturali evolutivi e partecipativi che ne arricchiscano l’offerta di apprendimento e facciano affiorare le potenzialità interdette alla vista e alla visione dalla narrazione del mainstream e dalla banalizzazione dei messaggi: una Roma sottemporanea aggiornata e informante che rimetta in dialogo giovani e anziani, imprese e cittadini, architetti e artisti, e che annulli e armonizzi le categorie obsolete del ’900.

Quando parliamo di arte parliamo di intelligenza, cultura, comprensione del mondo: il Museo delle Civiltà è un autentico luogo dell’arte di tutti i tempi.

Delle: plurale

imageParliamo dell’EUR dove ci sono 14 musei e una visione architettonica che prende linfa dall’arte, come sempre; un luogo metafisico di meraviglia e sguardo laterale che la politica bolscevica ha relegato ad errore: quale cecità, poveri noi. Troppi sono gli errori di chi ha scritto la storia e di chi ne ha tratto le conclusioni trasformando opinioni in libri di testo, manipolando oppure orientando la nostra percezione del mondo.

Per secoli gli antichi romani hanno depredato, rapinato, stuprato e nascosto i tesori e le culture del mondo che abbiamo etichettato come Terzo. Il colonialismo è anche italiano, e non si ferma all’antica Roma o a Colombo. Così hanno fatto i fascisti, con delle violenze inenarrabili sulle colonie africane, e poi, peggio di tutti, gli americani, i francesi, gli spagnoli, i russi, i portoghesi, gli olandesi, i tedeschi e gli inglesi. Ne siamo stati anche vittime, tra le altre cose.

Da oggi possiamo riscoprire culture fondamentali per comprendere il mondo, possiamo chiamare arte l’intelligenza degli oggetti relegati a utensili per far posto ai nostri capolavori. Possiamo finalmente annullare gerarchie culturali e ridare dignità a popoli che abbiamo decimato per poterli sottomettere e far finta di essere noi i migliori. Possiamo conoscere davvero il mondo senza dividerlo in star e resto del popolo. Ma lasciando ovviamente in auge il merito, l’inclusione dei talenti, la genialità delle eccellenze distintive. Sono quelli gli elementi che dobbiamo invece rimettere in circolo per migliorare il corpo sociale, creare pari opportunità e fornire intelligenza alle istituzioni e alle imprese, un bene pubblico anche quando è privato.

Delle civiltà: plurale femminile inclusivo e partecipativo.

La cultura genera intelligenza, mentre la violenza - etica, estetica, economica o fisica - produce solo ignoranza, ingiustizia, regressione. La nostra, non solo quella degli altri, perché le culture negate e nascoste sono preziose anche per noi che non abbiamo compreso molte cose per via della narrazione prevalente.

Oggi il nostro sguardo è più libero. Andate a visitarlo con la calma necessaria a esplorare le moltitudini di valore: il Museo delle Civiltà è una realtà composita, complessa come deve essere un dispositivo di stimolo e di crescita. Soprattutto accoglie le proposte di tutti. È davvero un museo in continua evoluzione, non un confanetto di consolazione per accademici senza empatia.

Grazie Andrea Viliani, Massimo Osanna, Matteo Lucchetti e tutto lo staff: un lavoro di eccellenza, sapienza e passione mai visto prima.

Francesco Cascino
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