
Che fesseria.
Per questo il nemico divide et impera, per questo crea fazioni modello Berlusconi o Salvini, solo per fare un esempio di cui paghiamo ancora oggi le conseguenze, proprio mentre ci stavano liberando dell’oppio malefico democristiano per cui gli amici, e solo gli amici, avevano opportunità di crescita e autonomia. La restaurazione vive di ignoranza ed è ancora così: il popolo vede i fiori che coprono la svastica, mica l’uso che se ne fa.
Un antichissimo simbolo di vita presso molte civiltà, i tedeschi lo trasformano in vessillo di morte, ma lo condiscono di retorica per il popolino. Che ci casca. Sono fiori, mica vedono che sono recisi, e i fiori sono banalmente simbolo di vita. Ma questi sono morti.
Questa complicità con il nemico riguarda anche moltissimi censori e moralisti. La cultura per il turismo: roba da sottosviluppo. Niente arte contemporanea vicino i monumenti storici: meglio farli morire di selfie da bar dello sport che farli rifiorire nei loro significanti atavici e universali. Non sia mai che il popolo impari a pensare. Molti, moltissimi che come me combattono ogni giorno la politica dei sempliciotti che mortifica talenti e avvantaggia solo baroni, sanno bene che dovrebbero piegarsi alla diplomazia da democristiani senza dignità. Ma noi non lo faremo mai, fatevene una ragione. Anche perché collezionisti e investitori privati, soprattutto imprese e fondazioni, vogliono una società intelligente, vogliono crescere ogni giorno e sono autonomi e colti, mica impreparati e ingenui come li vorreste. Vivono di coraggio e visione, non di assistenza passatista e parassitista.
Perciò potete tirare per la giacchetta Pasolini tutto il tempo che volete, la dignità l’avete persa.
Francesco Cascino
Svastica (2004).
Opera di Dario Carmentano