Il paradosso della storia che insegna il presente.
FR gioca in maniera ironica e colta sul passato, avendolo studiato come un vero ricercatore, allo scopo di generare nuova consapevolezza sul presente e sguardo visionario sul futuro. La storia per lui non è nozione ma identità, narrazione interiore, compendio di sacro, religioso e politico. Senza radici, in effetti, non può fiorire nessun ramo e non possiamo capire i motivi profondi di tradizioni, prassi e politiche istituzionali.
La contemporaneità è figlia della nostra storia, tutta la nostra storia, non solo quella dei luoghi che abitiamo ma del mondo, quindi l’artista usa la tecnica antichissima delle icone (cioè le produce come si producevano milleduecento anni fa) per raccontare come la comunicazione di massa trasmette l’idea di sacro attraverso le interviste costruite ad arte di Merkel, Draghi e gli altri re del pianeta, senza descriverne il viso, perché un’icona è un’icona, comunica il sacro e non si può discutere, chiunque sia, esattamente come in passato.
In una fortunatissima serie successiva, partendo da foto reali, costruisce in digitale le icone contemporanee dei capi di stato a mano armata perché, cosa che non tutti sanno, loro sono anche i capi degli eserciti. Per ridarci questa consapevolezza li arma come se fossero una minaccia invece che la difesa ufficiale e legittima istituzionale; perché sono persone, non icone. In questo modo apre una domanda: siamo sicuri che difendano i confini, le persone, la vita? Una domanda legittima visti i tempi in cui viviamo, visto Trump manipolato da Putin e altri improvvidi e impreparati showman al potere che hanno difeso solo i loro interessi spacciandoli per interessi collettivi.
Nella serie del 2021, tratta da un’opera di videoart "NOVERCA, un lupo a Roma" di cui esistono 15 still, cioè 15 opere fotografiche diverse, l’artista mette metaforicamente in scena, alla sua maniera, la storia di San Francesco che ferma il lupo di Gubbio, sconfiggendo la paura atavica che abbiamo dei lupi, perché gli parla, lo accoglie, lo comprende (prendere con sé) come dovremmo fare noi con il silenzio, la pandemia, la paura del contagio. Questo lupo, o questa lupa, non importa, vaga per le strade semideserte della Città eterna alla ricerca di affetto, incontro, convivenza e accoglienza. Questa lupa siamo noi e per capire quanto forti siamo lo dobbiamo chiedere al nostro inconscio, alle nostre interiorità che solo gli artisti relazionali sanno ricollegare al nostro io.
Lo chiediamo all’arte indagando le modalità con cui è stata “usata” per millenni, cercando di comprendere se può essere usata da antidoto. Un artista raffinatissimo, colto e studioso come dovrebbero essere tutti gli artisti bravi. FR lavora anche con me e con Cascino Progetti alle operAzioni di arte relazionale che coinvolgono migliaia di persone per conto di imprese e istituzioni, nella cui ideazione e realizzazione è maestro indiscusso e sempre efficace.
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